

Milano festeggia i primi dieci anni di attività di Area C, l’estesa zona a traffico limitato che si applica all’interno della Cerchia dei Bastioni. Per l’occasione, sono stati pubblicati i dati relativi agli impatti di questo strumento di policy sulla qualità dell’aria, il traffico, la composizione del parco veicolare in entrata e molto altro. Noi di GO-Mobility abbiamo pensato di cogliere l’occasione per ricordare l’importanza e l’efficacia non solo di questa importante misura per il governo della domanda, ma anche di una buona comunicazione e divulgazione tramite i dati: vediamo come!
01Partiamo dalle basi: che cos’è Area C?
Area C è un’area del centro storico di Milano con restrizioni di accesso per alcune tipologie di veicoli: coincide con la Zona a traffico limitato (ZTL) della Cerchia dei Bastioni ed è delimitata da 43 varchi con telecamere, di cui 7 a uso esclusivo del trasporto pubblico[1]. Entrata in vigore nel 2012 nel Comune di Milano, Area C compie quest’anno i primi dieci anni di attività.
Come spiegato dall’Assessora alla Mobilità Arianna Censi, si tratta di uno dei provvedimenti più importanti attuati dal Comune di Milano per il miglioramento della mobilità urbana. Lo scopo è ridurre il traffico nella cerchia interna della città e rendere più efficaci le reti di trasporto pubblico, favorendone lo sviluppo e salvaguardando il diritto alla mobilità individuale, nel rispetto dell’interesse comune[2].
I dati pubblicati nella sintesi di monitoraggio dei 10 anni di attività redatta da Amat (Agenzia Mobilità Ambiente e Territorio)[3], mostrano che questa misura ha avuto un effetto diretto sul traffico del centro cittadino, che si è consolidato nel tempo. È infatti evidente, come si vedrà più avanti nelle infografiche, una generale decrescita delle emissioni degli inquinanti atmosferici negli anni che hanno seguito l’attivazione di Area C, legata soprattutto al ricambio tecnologico veicolare e alla progressiva diffusione di veicoli a minore impatto ambientale. Questo strumento di policy ha quindi contribuito ad abbassare notevolmente l’inquinamento generato dalle auto e a sostituire il parco auto della città con veicoli a minore impatto ambientale, incentivando la cittadinanza a compiere scelte più ecologiche che vanno a beneficio di tutta la popolazione.
[1] Pagina informativa di Area C nel sito del Comune di Milano: https://www.comune.milano.it/aree-tematiche/mobilita/area-c#:~:text=Area%20C%20%C3%A8%20un’area,uso%20esclusivo%20del%20trasporto%20pubblico
[2] Articolo consultabile sul sito del Comune di Milano: https://www.comune.milano.it/-/mobilita.-area-c-compie-10-anni-l-analisi-dell-andamento-del-provvedimento-nei-dati-di-amat
[3] “AREA C – Sintesi di monitoraggio al 31 dicembre 2021, Amat (Agenzia Mobilità Ambiente Territorio” consultabile al seguente indirizzo: https://comune-milano.img.musvc2.net/static/105044/assets/2/Dieci%20anni%20di%20Area%20C%20-%20Dati%20Amat.pdf
02Giochiamo con i dati: visualizzare i risultati di Area C con le infografiche
La serie storica dei dati di transito provenienti dal monitoraggio di Amat racconta i dieci anni di attività di Area C. Spesso, tuttavia, i numeri da soli non sono immediatamente comprensibili e la loro forza comunicativa risulta insufficiente. Per percepire in modo più sostanzioso gli impatti, le evoluzioni e le conseguenze pratiche che questo intervento ha avuto sulla città, è utile ricorrere ai tanti strumenti disponibili per l’elaborazione e la rappresentazione dei dati.
In questo articolo proponiamo alcune infografiche dinamiche e di impatto per rappresentare i dati pubblicati di Amat, che provengono dal sistema di varchi elettronici che controlla tutti i transiti veicolari in ingresso all’area. Dalle targhe delle auto è infatti possibile ricavare le informazioni necessarie per classificare i veicoli in funzione della tipologia, dell’alimentazione e della classe EURO, permettendo di effettuare analisi di carattere ambientale.
Di seguito, riportiamo quindi i risultati presentati nella sintesi di monitoraggio, utilizzando diversi grafici che mostrino a colpo d’occhio come l’introduzione della regolamentazione, e le modifiche ad essa apportate nel corso degli anni, hanno determinato una diminuzione del traffico veicolare, la sostituzione dei veicoli inquinanti con veicoli più ecologici e la riduzione delle emissioni.
Diminuzione del traffico veicolare
Per quanto riguarda il transito veicolare, si è passati dagli oltre 90mila ingressi rilevati nel 2012 agli 81mila del 2021, con una diminuzione del 38,5% rispetto al 2011. È interessante inoltre notare nell’infografica sottostante il calo del 2020, dovuto al crollo degli spostamenti causati dalla pandemia Sars-Cov-2, immediatamente seguito da un recupero nell’utilizzo del mezzo privato nel 2021.
Sostituzione dei veicoli inquinanti con veicoli più ecologici
Guardando all’andamento della composizione del traffico veicolare rispetto alla classificazione EURO, si può notare come i veicoli più inquinanti siano progressivamente scomparsi, per arrivare al 2021 con il 98,4% di mezzi in ingresso rappresentati da veicoli Euro 5 ed Euro 6, con una prevalenza di quest’ultimi (54,2%).
Analizzando invece la ripartizione della tipologia di alimentazione dei veicoli, si nota che quelli elettrici, che nel 2012 erano lo 0,1% del totale dei mezzi che sono entrati in Area C, nel 2021 sono diventati il 2,7%, mentre quelli ibridi sono più che quadruplicati (dal 5,3% del 2012 al 22,2% nel 2021).
Riduzione delle emissioni
La qualità dell’aria si misura con il monitoraggio delle polveri sottili (PM10) e dagli ossidi di azoto (NOx) presenti in atmosfera. Nello specifico, la fonte principale di PM10 e PM2.5 é rappresentata alle emissioni del traffico stradale, in particolare dallo scarico dei veicoli (specialmente diesel), e dalle polveri provocate dall’attrito meccanico di varie parti del veicolo. La quantità di NOx nell’aria invece è dovuta alla combustione del carburante e può essere originata, oltre che dal settore dei trasporti, nei processi industriali e nella produzione di energia[1].
Di seguito si può osservare la serie storica delle emissioni atmosferiche medie diurne feriali misurate in Area C negli ultimi 10 anni, che mostrano la quantità di PM10 dovute allo scarico e di PM10 totali (scarico + attriti), e appena sotto il grafico dell’andamento degli ossidi di azoto (NOx)[2]. Il trend, per entrambe le componenti, è visibilmente di progressiva e costante discesa. Anche in questo caso, è interessante notare il crollo di PM10 del 2020 in corrispondenza del blocco del traffico dovuto ai diversi mesi di lockdown.
[1] Fonte: Air Quality in Europe. https://www.airqualitynow.eu/it/pollution_home.php#:~:text=La%20fonte%20principale%20di%20PM10,valori%20limite%20sono%20spesso%20superati.&text=NOX%20%C3%A8%20un%20termine%20utilizzato,biossido%20di%20azoto%20(NO2).
03Avvicinare le persone ai numeri per una maggiore consapevolezza
Come già affrontato nella nostra intervista con Donata Columbro, una efficace rappresentazione dei dati può avvicinare il grande pubblico ai numeri e in questo modo moltiplicare la potenza evocativa dei dati e delle informazioni contenute al loro interno. Questo agisce sulla percezione che le persone hanno di ciò che accade intorno a loro, permettendogli di celebrare adeguatamente i successi (come nel caso di Area C), e rivendicare azioni più efficaci nel caso di insuccessi.
Come già più volte espresso, una delle missioni centrali di GO-Mobility, messa in atto anche e soprattutto in questo magazine, è la diffusione di una cultura del dato. Questo avviene in molteplici modi, che agiscono sulla capacità dei singoli individui, enti pubblici o privati di utilizzare i dati (es. misurare per imparare, comunicare il proprio operato tramite i dati, applicare il principio di trasparenza amministrativa tramite dashboard pubbliche di monitoraggio pubblicamente accessibili e consultabili).
Oltre a questo, si lavora in parallelo anche sulla familiarizzazione delle persone ai dati, promuovendo opere di divulgazione, informazione e sensibilizzazione tramite dati efficaci, accattivanti e affidabili che riescano ad avvicinare le persone ai numeri.
Promuovere una cultura del dato, infatti, significa anche permettere di celebrare con più consapevolezza e cognizione di causa i successi di un provvedimento come Area C. Lo scopo è dare una misura tanto scientifica quanto comprensibile alle percezioni più o meno affidabili che possono provenire da altre modalità (la visione di una mera serie di numeri, la sensibilità olfattiva mentre camminiamo per strada, le opinioni elaborate a seguito dell’osservazione di ciò che ci accade intorno).