Il report 2024: il consolidamento di una nuova normalità

Il 3 giugno ha avuto luogo la terza edizione di Data Mobility, l’annuale appuntamento di GO-Mobility dedicato alla promozione della cultura del dato nel campo della mobilità e dei trasporti. Quest’anno l’evento è stato arricchito da diverse novità: Data Mobility 2024 è stato realizzato in collaborazione con Motion Analytica e si è svolto per la prima volta a Milano presso la Microsoft House, partner prezioso dell’iniziativa insieme agli sponsor Vodafone Business e Viasat Group.

L’evento ha visto la partecipazione di una platea selezionata di oltre 100 invitati provenienti da oltre 45 aziende e organizzazioni nel campo della mobilità, dei trasporti e dell’ICT. Nel perseguire la logica di innovazione e partecipazione che ispira Data Mobility, quest’anno si è voluto puntare sull’interazione concreta tra i partecipanti e sviluppare le opportunità di networking, affiancando a una conferenza di approccio tradizionale, con keynote speech di altissimo livello, un’esperienza di tipo più immersivo che si è concretizzata nella Mobility Hack del pomeriggio.  Un’occasione che ha consentito un coinvolgimento attivo tra i partecipanti e gli esperti di GO-Mobility e Motion Analytica, attraverso l’esplorazione di soluzioni innovative combinando dati, competenze e AI per risolvere problemi tipici della mobilità nelle nostre città.

Come dichiarato in apertura da Daniele Mancuso, CEO di GO-Mobility, “Con Data Mobility stiamo costruendo una community basata sulla cultura del dato nel campo della mobilità. Crediamo fermamente nell’innovazione e nelle evoluzioni che potranno affermarsi con il supporto dell’intelligenza artificiale. Per questo Data Mobility 2024 vuole essere un prodromo verso un percorso che sappiamo rivoluzionerà il mondo professionale della pianificazione dei trasporti, della data science applicata alla mobilità e dell’amministrazione delle città”.

Dove eravamo rimasti? Traiettorie del new normal

Il primo “new normal” rilevato nel 2022 vedeva una generale diminuzione degli spostamenti in auto rispetto al 2019 e una minore congestione stradale. Quali sono, ora, le principali tendenze rilevate tra il 2022 e il 2023?

Stabilizzazione del “New Normal”

Per la prima volta dal 2020 assistiamo un effetto di stabilizzazione dei principali indicatori di mobilità, suggerendo una fase di equilibrio.

Ripristino del picco mattutino

In generale c’è stata una leggera crescita degli spostamenti, e il lunedì è tornato ad essere un giorno feriale simile agli altri (diversamente dal calo rilevato nel 2022, che diede origine al “Monday is the new Friday” della scorsa edizione), con un picco mattutino nuovamente presente come lo era nel periodo ante pandemia (specialmente a Milano).

Aumento della congestione

Nonostante l’incremento contenuto dei flussi di traffico, la congestione è aumentata in maniera significativa, con una diminuzione della velocità media in tutte le città metropolitane.

Il traffico suburbano

L’incremento degli spostamenti in auto interessa specialmente la componente suburbana (pendolarismo) e l’ora di punta mattutina, in cui hanno origine i viaggi più lunghi e nelle stesse direzioni e direttrici, che causa una congestione paragonabile se non superiore al 2019. Sebbene ci si sposti meno rispetto al 2019, c’è una grossa quota di persone che la mattina è tornata a muoversi in auto specialmente per le distanze medio-lunghe, complice anche la mancata risposta del trasporto pubblico in termini di servizi e infrastrutture più efficienti.

Diversità territoriale delle risposte ai cambiamenti

Le città hanno mostrato risposte differenti alle nuove abitudini di mobilità. Se alcune hanno visto una diminuzione significativa degli spostamenti in auto per abitante (Messina, Palermo, Catania), altre sono rimaste stabili. Altre ancora hanno subito un aumento (Milano, Bologna, Firenze), evidenziando una forte correlazione con i livelli di accessibilità dei territori alla rete primaria stradale. Si consolidano anche le diverse abitudini orarie: il Nord si muove molto nelle ore di punta (mattina e sera), mentre al Sud la punta più alta è quella dell’ora di pranzo.

Approfondimento su alcuni indicatori chiave

Indicatori del livello di mobilità

Dopo aver subito una forte riduzione tra 2019 e 2022, gli indicatori di dipendenza dall’auto e degli spostamenti in auto per abitante tornano ad aumentare per le città di Milano, Firenze, Bologna, sia a livello di capoluogo che di città metropolitana. Viceversa, continua il trend di diminuzione per i territori nelle isole (in particolare per le città di Messina e Cagliari). Il comune di Milano è il territorio con il maggior incremento percentuale (+10% e 8,5% rispettivamente per i due indicatori), mentre i maggiori decrementi si riscontrano per Cagliari (-4% e -13%).

Indicatori prestazionali

Analizzando le velocità medie degli spostamenti in automobile, si nota che nel 2023 in tutti i capoluoghi e le città metropolitane sono diminuite le velocità di percorrenza rispetto al 2022, contrariamente a quanto registrato nel confronto fra pre e post-pandemia. Le diminuzioni sono più accentuate a livello di capoluogo che di città metropolitana, anche in questo interessando le città che si trovano lungo la dorsale dell’A1. Da sottolineare il dato relativo alla città metropolitana di Milano in cui si assiste a un decremento simile a quello riscontrato nel capoluogo (-7% contro -7,5%), contrariamente agli altri territori in cui la diminuzione di velocità si riscontra molto più nel capoluogo. Non si rileva una particolare dipendenza fra queste variazioni e quelle degli indicatori correlati (percentuale di viaggi brevi, percorrenze e lunghezze medie), che mediamente si stabilizzano sui valori del 2022, ad indicazione che l’effetto riscontrato può essere attribuibile principalmente alla maggiore congestione.

La pressione sulle città

L’indicatore evidenzia il numero di persone rilevate per almeno 30 minuti all’interno del territorio (“city users”) ogni 100 abitanti abituali (intesi come residenti notturni). Il valore medio di circa 2 city users per abitante è sintomo della pressione elevata a cui sono posti ogni giorno i territori metropolitani e per cui deve essere realmente pianificata la rete di trasporto. Generalmente, l’indicatore presenta un valore superiore per le città metropolitane rispetto ai comuni capoluogo. I territori in cui la pressione è minore sono le grandi città del centro-nord (la città di Roma presenta un valore di 129 city users ogni 100 abitanti abituali), mentre è maggiore per le città del sud e delle isole. Caso particolare si riscontra per il comune di Messina (più di 4 city users presenti per ogni abitante) e la città metropolitana di Reggio Calabria (quasi 3 per abitante), probabilmente influenzati dalla presenza del servizio di traghetti tra Messina e Villa San Giovanni.

Presenze straniere abituali

Cresce in tutte le città in esame, con l’eccezione di Venezia, la presenza di stranieri abituali, ovvero tendenzialmente persone che provengono dall’estero e frequentano la città non per motivi turistici ma di lavoro o legati alla presenza di seconde case. L’aumento interessa in modo particolare il comune di Messina (+47%), Cagliari (+30%), Bologna (+27%) e in misura minore Torino (+12%), Napoli (+11%), Genova (+9%).

Cosa concludiamo?

Come afferma Daniele Di Antonio (GO-Mobility), “Forti cambiamenti generano sempre nuovi equilibri”. La mobilità tende dunque ad auto-regolarsi: i dati analizzati indicano che le città metropolitane italiane stanno entrando in una fase di consolidamento del “new normal”, raggiungendo una nuova configurazione di equilibrio post-pandemico. Questa nuova fase, rispetto al pre-pandemia, è caratterizzata da un numero inferiore di spostamenti in auto ma su distanze più lunghe, e da una crescente presenza di stranieri non legata al turismo.

Il maggiore peso degli spostamenti in auto di medio-lungo raggio comporta diverse capacità di adattamento da parte dei territori, che in larga parte sembrano dipendere dal livello di accessibilità alla rete autostradale. Le fonti di dati utilizzate, infatti, sono in grado di mostrare la pressione sulle città ed i territori e come l’offerta di mobilità sia privata che pubblica influenzi significativamente la domanda.

Daniele Mancuso, CEO di GO-Mobility, dichiara che “Questa analisi offre una comprensione approfondita delle nuove abitudini di mobilità nelle principali città italiane. L’utilizzo combinato di queste fonti dati è essenziale per i decisori politici e le amministrazioni locali per individuare soluzioni adatte al nuovo equilibrio post-pandemico in un’ottica di maggiore sostenibilità dell’intero sistema“.

Denis Cappellari, CEO di Motion Analytica, aggiunge: “La diffusione di una solida cultura del dato a tutti i livelli aziendali è oggi indispensabile per avviare un percorso di miglioramento continuo basato su decisioni Data e AI-driven. Solo attraverso un approccio metodico, che integra diverse fonti dati che misurano la mobilità, sarà possibile pianificare in modo efficace e sostenibile quello che sarà il domani”.

Vuoi sapere di più sui dati ed i metodi utilizzati? La descrizione in dettaglio degli indicatori e delle metodologie di calcolo utilizzate per il report annuale Data Mobility è consultabile nella nota metodologica.

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